La Romagna è un territorio che ha ben pochi rivali quando si parla di sapori ed emozioni. E per quanto si possa amare il pesce fresco pescato sulla riviera (e le ottime fritture che se ne ricavano!) non possiamo fare a meno di sottolineare la bontà di un altro simbolo della tradizione contadina di queste zone: le pesche e le nettarine, frutti dalla storia affascinante ed antica che proprio in Romagna hanno trovato il terreno per sviluppare un sapore unico.

Le pesche sono infatti uno dei piatti forti della produzione enogastronomica locale e fanno parte integrante della cultura del territorio: una vera e propria delizia il cui fresco sapore si sposa alla perfezione con il caldo delle spiagge di Riccione e dintorni. In questo articolo scopriremo tutti i segreti di questo frutto pregiato che si è guadagnato l’acronimo IGP (Indicazione geografica protetta) proprio grazie alle sue proprietà uniche!

La storia delle pesche e delle nettarine in Romagna

Non tutti lo sanno, ma la pesca non è un frutto nato in Italia. Arriva infatti dall’estremo oriente e per la precisione dalla Cina: qui, nell’antichità, si credeva che mangiandole si potesse ottenere la vita eterna. Dalla provincia cinese dello Yunnan le pesche vennero poi esportate in Persia, nell’odierno Iran, il paese nel quale vennero battezzate con il nome con cui le chiamiamo tutt’oggi: pesca deriva infatti dal termine pèrsica, ovvero un frutto persiano. Per vederle arrivare in Romagna si dovette aspettare addirittura il IV secolo…

Davvero strano per un frutto che oggi viene considerato un vero simbolo. Eppure è così: fu solo nel 1.300 che le pesche e le nettarine giunsero in Italia, entrando subito nelle grazie degli agricoltori locali. Grazie alle proprietà del mare Adriatico e al mite clima Romagnolo, i frutti coltivati in questo territorio acquistarono un profumo davvero intenso ed un sapore caratteristico, ancora più gustoso delle comuni pesche. I primi pescheti nacquero in tempi ben più recenti, tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del secolo a venire.

Fu la provincia di Ravenna a inaugurare per prima questa tradizione agricola, che vedeva la sua massima espressione nel comune di Massa Lombarda: dai suoi tre ettari iniziali, la produzione si vide espandere vertiginosamente fino a raggiungere i tremila nel giro di pochissimi anni. Oggi come oggi, la Romagna è in testa a tutte le classifiche per quanto riguarda la produzione di nettarine: basti pensare che oltre il 60% degli esemplari distribuiti in Italia arrivano proprio da qui, tanto da far guadagnare al frutto il riconoscimento IGP conferito dall’Europa.

Proprietà e caratteristiche delle pesche e delle nettarine

Sono in molti a fare confusione quando si parla di questi dolcissimi frutti. È comprensibile: dopotutto ce ne sono diverse varietà, ognuna con le sue caratteristiche tipiche. Facciamo dunque un po’ di chiarezza e cerchiamo di capire come si possono distinguere le pesche dalle nettarine: la Pesca di Romagna IGP è particolarmente semplice da riconoscere, grazie alla morbida e leggera peluria che ne ricopre la buccia e che la fa sembrare quasi vellutata. Al suo interno troviamo una polpa succosissima, che può essere gialla oppure bianca.

La Nettarina di Romagna IGP, invece, vengono conosciute (e vendute nei supermercati e all’ortofrutta) come “peschenoci”, hanno una buccia perfettamente liscia ed una polpa leggermente più soda di quella delle comuni pesche. Entrambe comunque sono sature di vitamine: soprattutto la C e la A, che le rendono – oltre che buone e dolcissime – perfette per contrastare i sintomi dell’invecchiamento e prevenire l’anemia; il loro potere saziante è inoltre così elevato da renderle perfette per coloro che desiderano perdere peso.

Ma non finisce qui: la stessa medicina occidentale riconosce alle pesche numerose altre proprietà benefiche. Mangiandole possiamo ad esempio migliorare la nostra circolazione e favorire il processo digestivo, aiutando nel frattempo il nostro organismo a depurarsi. Pesche e nettarine sono infatti povere di grassi e ricchissime di acqua e fibre: caratteristiche che le rendono particolarmente diuretiche e in alcuni casi anche lassative. Cos’altro aggiungere? Se andate in spiaggia, portate sempre con voi delle pesche per un salutare spuntino.

Pesche e nettarine nella cucina tipica: ricette e consigli

Essendo un frutto tipico della Romagna, la cucina di questo territorio non può farne: rinfrescanti sotto forma di frullati o macedonia e gustose come ingredienti principali nei dolci, pesche e nettarine sono sempre deliziose. Proprio per questo se vi trovate a Riccione e dintorni non potete fare a meno di gustarle: le nettarine, con il loro sapore così intenso, sono perfette per accompagnare i piatti salati. Sono poi superlative anche come aggiunta nel risotto, nel cous cous e addirittura negli spiedini di pollo o tacchino.

Pesche e nettarine vengono inoltre utilizzate in alcune ricette specifiche, come ad esempio il roastbeef in agrodolce: qui la frutta viene resa acida con l’aggiunta del limone e servita in accompagnamento alla carne; vi assicuriamo che il risultato è tutto da assaporare. Poteva poi mancare una ricetta che vedesse protagonista la piadina romagnola? Tagliate la nettarina a fette sottilissime, spalmate del formaggio sulla piadina, riempitela di rucola e chiudete il tutto: un’esplosione di dolcezza che ha ben pochi rivali.

Le pesche sono così amate in queste zone che vengono addirittura prese come spunto estetico per la realizzazione di dolci tipici: vi consigliamo di cercare una trattoria che abbia nel suo menù le “pesche dolci ripiene”, dette anche pisgheini… una prelibatezza che da oltre un secolo accompagna i pasti dei contadini nelle zone rurali. Questo dolce romagnolo viene realizzato accoppiando dei biscotti incavi (rigorosamente fatti in casa) farciti con crema pasticciera e liquore Alchermes: ok, non ci sono le pesche, ma il loro aspetto è esattamente lo stesso!