Se state leggendo queste righe, probabilmente state meditando di farvi un bel viaggio in Emilia-Romagna… magari per godervi le spiagge di Riccione ed ammirare le meraviglie della Riviera, uno dei fiori all’occhiello della Romagna. Ma vi siete mai chiesti quali siano le differenze geografiche e i confini fra le due entità che danno il nome a questa regione? Insomma: in cosa differiscono l’Emilia e la Romagna?

Se lo chiedete a qualcuno che ci vive, probabilmente non vi guarderà di buon occhio: non tanto per sciocco campanilismo, ma più che altro per le marcate differenze culturali, territoriali e linguistiche che intercorrono fra le due denominazioni, nonostante la distanza che le separa sua misurabile con un semplice “trattino”. Non temete, comunque: nelle prossime righe cercheremo di spiegarvi tutte le caratteristiche dell’una e dell’altra!

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La storia dell’Emilia-Romagna: come nasce il territorio?

Le radici di questo territorio hanno sempre trovato fondamento nella diversità e nella varietà di cultura. Basti pensare che diverse migliaia di anni fa l’Emilia Romagna ospitava svariate civiltà: in principio furono gli Etruschi, che nel IX secolo a.C. si spostarono dalle regioni più a sud (soprattutto dall’attuale Lazio e dall’Umbria) per insediarsi nelle zone che oggi conosciamo come Rimini e Bologna. Furono loro, infatti, a denominare quest’ultima “Felsina”, un termine che tutt’oggi ricorre nella toponomastica locale.

In seguito furono i Celti, provenienti dal sud della Francia, a popolare la zona. Ma non solo: giunsero poi i Senoni, i Lingoni e ovviamente l’Impero Romano, che dal III secolo d.C. fece sentire la propria influenza con forza sempre maggiore, ricacciando oltralpe i Celti e fondando la città di Rimini. A partire da questo periodo, l’espansione dei Romani fu inarrestabile e finì per estendersi su tutto il territorio dell’attuale Emilia-Romagna: in questi anni nascono Parma, Modena, Ravenna e diversi altri centri abitati.

Furono le ben note invasioni barbariche a portare scompiglio in queste zone, nel IV secolo d.C.: le popolazioni iniziarono a contendersi l’Emilia-Romagna, che divenne parte dei domini bizantini, fu insediata dai Goti e divenne poi terra dei Franchi grazie a Carlo Magno. La stabilità tornò solo nel XII secolo, quando i feudi divennero indipendenti e si trasformarono in comuni: il più importante dal punto di vista culturale, fin da allora, fu Bologna. Qui, nel 1088, viene fondata la prima università d’Europa.

Dove inizia l’Emilia e dove la Romagna?

La suddivisione in territori (il ducato di Modena e Reggio, quello di Parma e Piacenza ed infine le legazioni di Bologna, Ferrara e Ravenna) durò per secoli, sopravvivendo alle occupazioni francesi; solo nel 1860 l’Emilia-Romagna entra nel novero del cosiddetto “Regno d’Italia”. Da allora la suddivisione iniziò a consolidarsi nelle modalità in cui tutt’oggi viene riconosciuta: due entità indipendenti sia dal punto di vista politico che culturale i cui confini sono spesso dibattuti anche dagli storici più esperti.

Semplificando, potremmo dire che i confini di quella che oggi conosciamo come “Emilia” possono coincidere a nord e a sud con quelli riconosciuti all’Emilia-Romagna. Nel suo territorio viene generalmente compresa la provincia di Bologna, con l’eccezione del Comune di Imola e di altri piccoli centri ad est del Sillaro. Ne fanno parte senza alcun dubbio, invece, le province di Ferrara, Modena, Reggio nell’Emilia, Parma e Piacenza; in tutte queste città e nei territori circostanti il dialetto principale è l’emiliano.

La Romagna, invece, vede i suoi confini a nord delimitati dal fiume Reno e a ovest dalla dorsale degli Appennini, per concludersi a sud nelle Marche (più o meno nella zona dello sperone di Focara). Osservando una cartina dell’Emilia-Romagna, potremmo indicare la Romagna nella zona meridionale che si affaccia sul mare Adriatico. Le province che ne fanno parte al di là di ogni diatriba sono Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini ed Imola, senza dimenticare alcuni piccoli comuni delle Marche come Gabicce e Montefeltro.

Emilia e Romagna: le principali differenze gastronomiche

Una volta definiti i confini e le differenze prettamente geografiche fra l’Emilia e la Romagna, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza anche sulle diversità culturali e gastronomiche di questo territorio: capita spesso ai turisti di commettere delle clamorose gaffe, chiedendo a un romagnolo pietanze tipiche emiliane e di vedersi rispondere con sguardi a dir poco eloquenti. Ad esempio, se a Bologna o a Parma potete tranquillamente ordinare dei tortellini, fate bene attenzione a chiamarli cappelletti se siete in territorio romagnolo!

Scherzi a parte, queste due pietanze differiscono sensibilmente non solo per il nome ma anche nella preparazione e (soprattutto) nel ripieno… e queste diversità, nel corso dei secoli, hanno contribuito a creare una sorta di scherzosa rivalità fra le parti. Così come accade per la tigella, tipica focaccina del modenese, che si contrappone alla mitica – e forse più celebre, ma non vogliamo dirlo troppo forte – piadina romagnola. Pochi chilometri di distanza, dunque, per due universi culinari ben diversi e quasi contrapposti.

Se vi trovate in Emilia, dunque, oltre ai tortellini e alle tigelle vi consigliamo di provare la celebre lasagna e l’erbazzone, oppure – se amate i dolci – la torta barozzi o la tenerina. In Romagna, invece, oltre alla piedina non potete lasciarvi sfuggire un piatto di tagliatelle al ragù. La vicinanza del mare, inoltre, ha contribuito a creare ottime pietanze a base di pesce: saremmo forse di parte se vi consigliassimo una buona frittura, ma non resistiamo. Vi aspettiamo a Riccione… non rimarrete delusi!