Il cosiddetto boom economico hanno portato gli italiani a scoprire quelle che oggi chiamiamo vacanze di massa: erano gli anni ‘60, e una delle città che più di ogni altre ha saputo ritagliarsi la nomea di meta turistica è stata proprio Riccione. Fin da allora, infatti, la “Perla dell’Adriatico” è considerata la destinazione perfetta per le vacanze estive e non solo, promettendo a tutti i suoi avventori la possibilità di assaporare un piccolo angolo di paradiso in Romagna: non solo spiagge e mare, infatti, ma anche grande divertimento notturno circondati dalle più note personalità del Belpaese. Ma com’è nata questa fama e come si è sviluppata nel corso degli anni? Scopriamolo assieme, partendo dal passato più remoto di questi territori…

Dai primi insediamenti ai giorni nostri, una lunga storia di carattere

Quando parliamo del passato più remoto, intendiamo partire davvero da lontano: basti pensare che i primi insediamenti nel territorio che oggi conosciamo come Riccione risalgono addirittura al II secolo a.C., quando sorsero i primi villaggi contadini (per gli approfondimenti relativi a questo periodo vi invitiamo a visitare lo splendido Museo del Territorio); grazie alla sua posizione, nel bel mezzo della via Flaminia, in epoca Romana i nuclei abitati aumentarono nettamente. La vita continuò placida senza grossi traumi in questa zona, con un lento ma costante incremento della popolazione: purtroppo, però, fino alla metà del 1800 i riccionesi vivevano ancora in uno stato di arretratezza, arrangiandosi con l’agricoltura, la caccia e la pesca. Proprio per questo è davvero un miracolo l’evoluzione che questa cittadina ha avuto nel giro di pochissimi decenni: tutto è stato possibile grazie all’avvento della ferrovia e alla stazione di Riccione, la cui costruzione è stata terminata nel 1865; da questo momento, i benefici bagni di mare – dei quali già negli anni precedenti si erano rese note le proprietà lungo tutto il territorio italiano – furono raggiungibili da un numero molto più elevato di visitatori. Le distanze, quindi, si erano incredibilmente accorciate, trasformando quello che era un privilegio di pochi in qualcosa di raggiungibile a tutti; inizialmente, grazie alle lungimiranti idee di alcuni nobili ed imprenditori dell’epoca, Riccione era una località ambita soprattutto dalle elìte e dalla borghesia. Proprio per questo intorno alla fine dell’800 ci fu un vero e proprio fiorire di ville e giardini, costruite da ricchi forestieri.

La crescita inarrestabile di Riccione nel corso della prima metà del ‘900

Ma la fortuna di Riccione non era destinata a rimanere appannaggio dei benestanti. Grazie agli investimenti di svariati filantropi e benefattori, la città crebbe esponenzialmente nel corso dei primi anni del ‘900: grazie alla realizzazione del porto, ai marciapiedi e alle fognature, proprio grazie al mare e alle sue proprietà la cittadina romagnola si affermava sempre di più nel territorio nazionale come una delle mete turistiche per eccellenza. Di lì a poco iniziarono a sorgere i primi ristoranti, ed anche loro facevano del territorio il maggiore punto di forza: la cucina di pesce divenne una delle principali attrattive di Riccione, trasformando questa località in un centro balneare a tutti gli effetti. L’unica cosa che gli mancava, giunti a questo punto, era l’autonomia: essa arrivò solo nel 1922; in seguito al suo ottenimento fu eletto Silvio Lombardini, il primo sindaco della città, che fece costruire strade, scuole, impianti elettrici e quant’altro, contribuendo ulteriormente alla crescita e allo sviluppo del territorio. Sono gli anni del fascismo ed è proprio in questo periodo che Riccione diventa la località balneare ufficale degli uomini del regime: lo stesso Mussolini vi passava i fine settimana con la propria famiglia, e con lui molti dei suoi uomini più fidati; parte del successo della località romagnola come meta turistica deriva anche dall’attività di propaganda di questo periodo.

Riccione nel dopoguerra, una storia di successi che continua inarrestabile

Le fortune di Riccione come meta del turismo di massa però non si concludono con la fine della Seconda Guerra Mondiale e con i tristi periodi dei bombardamenti; anzi, tutt’altro! Gli anni ‘60 vedono un vertiginoso aumento di bagnanti e visitatori, che hanno contribuito ad incrementare esponenzialmente sia il numero degli alberghi che dei ristoranti. Aprono inoltre le prime sale da ballo, un vero e proprio marchio di fabbrica del riccionese, e che nei decenni a venire si trasformeranno nelle discoteche più frequentate d’Italia. Siamo arrivati ai giorni nostri: oggi come oggi questa piccola località può contare 6 chilometri di spiagge e 151 stabilimenti balneari, oltre a incredibili parchi tematici, centri benessere e innumerevoli altre attrazioni. E la sua via principale, Viale Ceccarini, è un centro nevralgico per il mondo della moda, una sorta di vera passerella all’aperto ricca di negozi e marchi di prim’ordine; proprio su questa lunga strada pedonale, a fare da collegamento con la Riccione di inizio secolo, si possono ancora ammirare i pini che furono piantati dalle stesse persone che all’epoca resero possibile trasformare questa piccola città contadina in una meta turistica così importante. Ma non è tutto: la cittadina romagnola si dimostra all’avanguardia anche dal punto di vista dell’innovazione e della tecnologia, considerata la fitta rete di ripetitori che permettono ai turisti 2.0 di godere del wi-fi gratuito nel corso del lungomare! Una storia, quella di Riccione, che non vuole saperne di smettere di stupire.